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un amore per noi due


di cicas
25.06.2018    |    25.975    |    15 9.6
"Tutto procedeva per il meglio unico neo era la lontananza dalla mia adorata figlioletta; l’avevo affidata temporaneamente alle amorose cure della nonna..."
Ero da poco arrivata a destinazione ; la scoperta della nuova città mi aspettava e nello stesso tempo mi incuriosiva, grazie all’aiuto di mia zia da tempo residente in loco ,avevo trovato un bel appartamento fronte mare un attico con balcone esposto a mezzogiorno con vista mare, praticamente il massimo, ad un prezzo vantaggiosissimo . Per l’arredamento mi ero arrangiata con qualche bel pezzetto antico di pregio acquistato in uno dei tanti mercatini locali .Essendo architetto, non avevo avuto problemi a sistemare con gusto i vari mobili. Tutto procedeva per il meglio unico neo era la lontananza dalla mia adorata figlioletta; l’avevo affidata temporaneamente alle amorose cure della nonna. Il tempo di sistemarmi e poi mi sarei ricongiunta con lei. Per il momento mi dovevo accontentare delle risorse tecnologiche tipo Skype whats app o similari e dei fine settimana . Piano piano mi stavo adattando agli usi e costumi del luogo. Durante uno dei miei tour per la città , notai in un bar una affascinante signora molto elegante e dai modi garbati, non giovane attorno alla sessantina, poco più poco meno ma portati alla grande. Fui subito colpita da tanta bellezza, anche se forse un pochino sfiorita, decisi senza ombra di dubbio di tentare un approccio per fare due chiacchiere . La sconosciuta fu subito ricettiva ed attratta dal mio modo di fare e dalla mia simpatia. Iniziammo subito a a parlare e la donna in breve tempo mi raccontò tutte le sue storie inerenti famiglia, lavoro e varie idee per il futuro. Con lei il tempo passava velocemente e senza rendersene conto ci ritrovammo ad ora di pranzo. Molto cortesemente mi invitò a casa sua prospettandomi una serie di pietanze che mi avrebbe servito .Decisamente Grazia (il suo nome) doveva essere molto brava a cucinare, infatti poco prima sedute al caffè , mi aveva confidato che tempo addietro tra i vari lavori che aveva intrapreso aveva avuto un ristorante .Varcato l’uscio del suo appartamento , una deliziosa villetta ad un piano con adiacente un rigoglioso giardino ricco di lussureggiante vegetazione. Vi era praticamente di tutto, dalle gardenie con il loro inebriante profumo alle ortensie , alle azalee; per completare il tutto oltre ad altri tipi di piante notai delle meravigliose cicas . Di comune accordo decidemmo di pranzare all’aperto, in prossimità del meraviglioso gazebo realizzato tutto in ferro battuto stile decò .Per prima cosa mi propose una bella e rinfrescante doccia . Segui la padrona di casa in una camera dove ci togliemmo gli abiti rimanendo come la mamma ci aveva fatte: fui notevolmente colpita dal suo fisico statuario , era veramente una bella donna , da fare invidia ad una ventenne; una pelle liscia seni e cosce sode per non parlare di quello che io amo di più la folta peluria che avvolgeva e mimetizzava la sua passerina. Mi fece strada verso il bagno mentre da dietro io , mi godevo lo spettacolo incantevole delle sue chiappette sode ondeggiare a destra ed a sinistra .Arrivate a destinazione, dopo avermi messo a disposizione un accappatoio mi prese teneramente per mano e mi introdusse nell’ ampia cabina doccia. Era stata veramente un idea sublime il potente getto dell’acqua tiepida, oltre portare via il maleodorante sudore, creava una sensazione di totale piacere; senza togliere il macroscopico piacere fisico nel vedere il corpo della mia amica tutto bagnato ed insaponato a poci centimetri dal mio . Mentre l’osservavo mi accorsi che pure io avevo riscosso un certo successo più volte mi sentii osservata e scrutata a fondo da occhi voluttuosi . Purtroppo non accadde nulla ; dopo esserci infilate il comodissimo accappatoio ci dirigemmo finalmente a pranzare. Il tempo di preparare apparecchiare ed eccoci a tavola. A fine pasto ci trattenemmo ancora un pochino all’aperto godendoci il bel freschetto immerse nella lussureggiante flora che ci avvolgeva. Data la tarda ora decisi di congedarmi dalla mia amica e fu così che me ritornai a casa non prima di averle lasciato il mio numero di telefono ed aver trascritto il suo . Tornata a casa mi sdraiai sul comodo lettone e lì ripensai a Grazia. Ero rimasta affascinata dal suo essere dalla sua presenza dal suo fisico; la desideravo sessualmente bramavo all’idea di averla tra le mie braccia di assaporare la sua fica i suoi seni , baciarla tutta esplorarla con la mia lingua nelle sue parti intime. Non resistendo inizia a titillarmi i capezzoli rendendoli sempre più duri e turgidi. Come logica conseguenza istintivamente spalancai le cosce schiudendo la mia adorata vagina ed iniziai a fare scendere le mani lungo il corpo teso come una corda di violino, giù sfiorando l’ombelico per arrivare in cima al monte di venere, scansare la folta peluria e finalmente tastare la piccola protuberanza carnosa. Al momento del contatto ebbi un sussulto che mi fece urtare il capo contro la testiera del letto. Dopo aver infilato nella fica due dita con l’indice iniziavo a roteare dolcemente in senso orario la clitoride provocando oltre un immenso piacere, una abbondante emissione di umori vaginali al punto di bagnare tutto il lenzuolo.
Aumentando freneticamente il ritmo delle dita pensavo intensamente a Grazie e l’ immaginavo al mio fianco tutta nuda e disponibile ad assecondare ogni mio capriccio. Prolungai volontariamente il piacere fermandomi nei momenti di maggior godimento. Alla fine stremata e umida di sudore venni infilandomi nella fessura l’intera mano fino al polso. Avevo goduto come una pazza però il pensiero alla bella amica non mi aveva del tutto abbandonata: era la prima volta che provavo una simile attrazione per una donna, non che non avessi mai provato l’amore saffico, al contrari lo avevo praticato spesso e volentieri e sempre con ottimi risultati però questa volta era diverso qualcosa di nuovo si stava manifestando in me ; attenzione qualcosa di molto positivo specialmente se fosse stato corrisposto, ma questo era un altro problema. Onestamente mi ero accorta già da prima della doccia, sedute al caffè di un certo interesse nei miei confronti; i suoi modi i suoi sguardi furtivi, persi nella scollatura del mio vestito o nell’accavallamento delle mie gambe: insomma sensazioni e non dico altro, per non peccare di presunzione. L’indomani ,attesi un ora decente e chiamai Grazia . Dal suo tono mi accorsi che la chiamata era stata molto gradita e subito senza neppure farla parlare la invitai da me per pranzo, pure per sdebitarmi della sua cortesia del giorno prima. L’avvisai che non avevo un giardino tipo il suo però avevo un bel balcone ove poter mangiare e prendere il sole completamente nude , il tutto coronato da una vista mare da mozzafiato.
Preparai una ricca insalatona mista con la feta ispirandomi alla cucina greca, coronata da un ottimo affettato misto, il tutto annaffiato da un ottimo chardonnay ghiacciato o meglio un prosecco. Grazia arrivò puntualmente e subito la feci accomodare nel terrazzo sotto l’enorme ombrellone . Avevo già apparecchiato non restava che portare le pietanze. Finito di pranzare ci stendemmo sui lettini al sole come due salamandre, con immensa gioia del vicino che si godeva le nostre nudità. Grazia mi avvisò degli occhi indiscreti che ci stavano osservando sollecitandomi a rivestire. Incurante del fatto le comunicai che oramai era un abitudine il tizio era innocuo , si limitava solo a guardare senza andare oltre insomma pur avendolo incontrato nel quartiere, non si era mai concesso nessun tipo di libertà . A lui stava bene così a me pure ; però se questo le creava un problema potevamo rientrare pure subito. Appreso ciò sorrise e senza esitare si alzò e tutta nuda si diresse verso la doccia sulla sinistra del terrazzo proprio di fronte l’appartamento del tizio . Dopo essersi per benino sciacquata e risciacquata se ne torno sculettante al lettino. Entrambe ci rilassammo sotto i potenti raggi del sole concedendoci qualche momento di relax. Sottecchi, osservavo e scrutavo il corpo della bella amica regalandomi attimi di intenso piacere , ero molto attratta da lei ormai non potevo più negarlo ; la desideravo ardentemente al punto di bagnarmi tutta come una scolaretta alla prima cottarella.Fremevo dalla voglia di baciarla assaporare la sua linguetta deglutire la sua saliva , stringerla tra le mie braccia ed osare nel palparle i seni rotondeggianti. Dopo circa una mezz'oretta decidemmo di andare all’interno dell’appartamento dato il forte sole che iniziava a picchiare troppo forte, come si dice a roma ad incocciare. Ci dirigemmo direttamente in camera da letto e senza alcun pudore o remora ci trovammo avvinghiate l’una all’altra : il mio desiderio recondito era stato corrisposto ; nessuna delle due aveva forzato la situazione, l’alchimia si era creata in modo naturale era venuta da se ,forse perché desiderata ardentemente da ambedue. Nel baciarla ebbi un fremito lungo la schiena , la mia lingua si contorceva attorno alla sua aspirando il suo dolce sapore . Senza accorgermene, mi trovai la sua testa tra le cosce, intenta a spostare il vello per assaporare la mia vagina oramai inondata di caldi e copiosi umori. In un primo momento la punta della sua calda lingua mi creò un lieve fastidio avendo scoperto un punto molto sensibile, lei subito aggiustò il tiro spaziando tutto attorno alla clitoride interessando anche le labbra adiacenti; non contenta si spostò dirigendosi verso il buco del culo e lì si sbizzarrì in una approfondita leccata cercando con la punta della lingua di violare lo stretto pertugio anale. Mi ero evidentemente resa conto dato la sua dimestichezza con il corpo femminile che per lei non era affatto la prima volta. Aiutandosi con le dita mi fece progressivamente arrivare al culmine del piacere Godetti in preda ad una sorta di ballo di sanvito toccando il cielo con un dito. Senza neppure riprendermi la presi per il capo ed assaporai dalla sua bocca tutto il sapore acre del mio piacere. Carica più che mai roteai su me stessa puntando diretta tra le cosce spalancate della mia amante,un breve colpo d’occhio al bellissimo fiore dischiuso e subito il primo attacco, strofinando tutto il volto contro la vagina fradicia di umori Non usai neppure la lingua la stimolai con il mio naso facendole provare nuove e formidabili sensazioni. Mi venne in faccia abbandonandosi a movimenti ed urla concitate. Svuotate ma felici sprofondammo nel letto concedendoci un meritato riposo . Ci addormentammo come due bambine l’una vicina all’altra. Molte ore più tardi ci svegliammo e dopo esserci alzate e girovagato un pochino per casa, ancora non sazie di sesso, ci concedemmo una nuova prestazione: sedute in salotto una di fronte all’altra dopo aver divaricato le cosce ed esserci aperte , con la fica dilatata iniziammo a masturbarci una di fronte all’altra cimentandosi in una sorta di competizione a chi raggiungesse prima l’orgasmo. Con una mano mi sfregavo la fica con l’altra mi tormentavo entrambe i capezzoli irrigidendoli oltremodo, lo stesso come in uno specchio faceva Grazia. Arrivammo all’unisono alle soglie del piacere regalandoci un appassionato bacio.



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